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ESERCIZI DI CONVERSAZIONE. 1. a) Come si dice in italiano? 1. a) Come si dice in italiano?



 

1. a) Come si dice in italiano?

неужели? да как же это?!; это совершенно невозможно, ну это уже слишком; кто бы мог подумать!; да вы с неба свалились?!; какой ужас! ты меня пугаешь; не может быть!; я весь дрожу; не бойтесь; у меня волосы дыбом встали; осторожно; неужели это правда?!

b) Fate un dialogo, usando le battute tradotte.

c) Mettete una o due frasi accanto ad ogni battuta, rivelando il suo carattere di formula di gentilezza:

prego; per favore; per piacere; s'accomodi; non c'è di che; figurati; il piacere è tutto mio; piacere; non è niente; dimmi; dica; tanti àuguri; altrettanto; tante belle cose; onorato, felice di fare la Sua conoscenza; sia gentile; favorisca; stia comodo; servo suo; le sono obbligato; le sono grato; le sono riconoscente.

2. a) Comesi dice in italiano:

хорошо, ничего, великолепно, так себе, ничего особен­ного, это бывает, дураков нет; это мелочи; ничего не по­делаешь!; ну и тип; какое счастье!; не упусти случая; ну это совсем другое дело; это уж слишком; само собой разумеется; это Вас касается; не падайте духом; вот это как раз то, что нужно; не обращай внимания; ты дешево отделался.

b) Fate un dialogo, usando le battute tradotte.

с ) Mettete una o due frasi accanto ad ogni battuta, rivelando il suo carattere di apprezzamento:

è un buon affare; che donna! (che uomo!) ; questo cambia tutto; ecco che cosa ci vuole; te la sei cavata; no, questo non va; tutto passerà; troveremo qualche via d'uscita; sono sciocchezze; non fare attenzione; pazienza.                               

 

FATE DA INTERPRETE

 

A. Среди многих рассказов Доменико Реа, опубликованных в журналах и вышедших отдельными сборниками, важное место занимает его сборник рассказов под общим названием «То, что видел Куммео». В этом сборнике есть очень интересный очерк о Неаполе. Я, к сожалению, забыл, как он называется.

B. «Le due Napoli», si intitola questo saggio, che è fondamentale per conoscere le ragioni artistiche e morali che stanno alla base della narrativa di Rea. «Le due Napoli» sono quella del folklore e della letteratura da un lato (la Napoli canora e turis­tica) e dall'altro la vera Napoli, che «è sì più brutale ma più storica e meritevole di comprensione». Illustrando questa vera Napoli, Rea riesce a scrivere una delle più profonde analisi storiche che si conoscono della «pulcinelleria» e delle sue origini e ragioni del vicolo napoletano e della miseria allegra dei napoletani dei «bassi»: un'analisi che è umanamente е sdegnosamente polemica, tesa a rivendicare il dramma dei «bassi», che è dramma storico e dramma umano.

A. Действительно, очерк очень интересный. Он по-новому заставляет увидеть Неаполь, его особенности, жизнь обитателей бедных кварталов города. Он заставляет задуматься над многими проблемами, до сих пор не решенными в Южной Италии. Какие же рассказы сбор­ника, по Вашему мнению, наиболее интересны?

B. Mi sembra di dover particolarmente segnalare due degli otto racconti: quello che da il titolo al volume, e che potremmo definire come la storia dell'educazione sentimentale di un ragazzo dei «bassi», e il bellissimo Idillio, dove certi fonda­mentali sentimenti dell'animo umano resistono, in un personaggio quasi di mito, al di sopra e contro gli orrori della guerra e lo squallore della miseria.

A. Что нового в творчестве Реа появляется в этом сборнике рассказов по сравнению с другими?

В. In «Quel che vide Cummeo» è soprattutto notevole l'analisi dei caratteri e del rapporto fra personaggi e fatti, fra fatti ed ambiente. E lo sfile si distende in una sorta di narrativa attenta e pacata che segna una fase nuova di fronte ai celebri racconti di «Gesù, fate luce». Nel «Cummeo», nelle sue settanta pagine, vi è già, in germe, il romanzo . La svolta verso un lavoro di più largo respiro o di più varia e organica composizione.

Compiti

1. Riassumete il contenuto della conversazione dal punto di vista: a) del primo interlocutore; b) del secondo interlocutore ; c) dell'interprete,                  

2. Raccontate a una terza persona quel che avete sentito essendo presente alla conversazione.   

E. Montale

MEDITERRANEO

 

Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale

siccome i ciottoli che tu volvi,

mangiati dalla salsedine;

scheggia fuori del tempo, testimone

di una volontà fredda che non passa.

Altro fui: uomo intento che riguarda

in sé, in altrui, il bollore

della vita fugace — uomo che tarda

all'atto, che nessuno, poi, distrugge.

Volli cercare il male

che tarla il mondo, la piccola stortura

d'una leva che arresta

l'ordigno universale; e tutti vidi

gli eventi del minuto

come pronti a disgiungersi in un crollo.

Seguito il solco d'un sentiero m'ebbi

l'opposto in cuore, col suo invito; e forse

m'occorreva il coltello che recide,

la niente che decide e si determina.

Altri libri occorrevano

a me, non la tua pagina rombante.

Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli

ancora i groppi interni col tuo canto.

Il tuo delirio sale agli astri ormai.

(Da « Ossi di seppia»}

 

TESTO SUPPLEMENTARE

 

Compito: Leggete il testo e riassumetelo

Antonio Gramsci

LETTERE DAL CARCERE

Casa Penale di Turi,

7 settembre 1931

Carissima Tatiana

...Vorrei rispondere qualche cosa alla tua lettera del 28 agosto in cui accenni qualche cosa intorno al mio lavoro sugli «intellettuali italiani». Si capisce che hai parlato con Р., perché certe cose può solo avertele dette lui. Ma la situazione era diversa. In dieci anni di giornalismo io ho scritto tante righe da poter costituire quindici o venti volumi di quattrocento pagine, ma esse erano scritte alla giornata e dovevano, secondo me, morire dopo la giornata. Mi sono sempre rifiutato di fare delle raccolte sia pure ristrette. Il professor Cosmo voleva nel'18 che gli permettessi di fare una cernita di certi corsivi che scrivevo quotidianamente in un giornale di Torino; egli li avrebbe pubblicati con una prefazione molto benevola e molto onorevole per me, ma io non volli permettere. Nel novembre del '20 mi lasciai persuadere da Giuseppe Prezzolini a lasciar pubblicare dalla sua casa editrice una raccolta di articoli che in realtà erano stati scritti su un piano organico, ma nel gennaio del '21 preferii pagare le spese di una parte della composizione già fatta e ritirai il manoscritto. Ancora nel '24 l'onorevole Franco Ciarlantini mi propose di scrivere un libro sul movimento dell' «Ordine Nuovo» che egli avrebbe-pubblicato in una sua collezione dove erano già usciti i libri di Mac Donald, di Gompers, ecc.; egli s'impegnava a non mutare neanche una virgola e a non appiccicar al mio libro nessuna prefazione o postilla polemica. Avere pubblicato un libro da una casa editrice fascista in queste condizioni era molto allettante, pure rifiutai. Per P. la questione era diversa: ogni suo scritto di scienza economica era molto apprezzato e iniziava lunghe discussioni nelle riviste specializzate. Ho letto in un articolo del senatore Einaudi che P. sta preparando una edizione critica dell'economista inglese David Ricardo: l'Einaudi loda molto l'iniziativa e anch'io sono molto contento. Spero di essere capace di leggere correntemente l'inglese quando questa edizione sarà pubblicata e di potere leggere Ricardo nel testo originale. Lo studio che ho fatto sugli intellettuali è molto vasto come disegno e in realtà non credo che esistano in Italia libri su questo argomento. Esiste certo molto materiale erudito ma disperso in un numero infinito di riviste e di archivi storici locali. D'altronde io estendo molto la nozione di intellettuale e non mi limito alla nozione corrente che si riferisce ai grandi intellettuali. Questo studio porta anche a certe determinazioni del concetto di Stato che di solito è inteso come società politica (o dittatura o apparato coercitivo per conformare la massa popolare secondo il tipo di produzione e l'economia di un momento dato) e non come un equilibrio della società politica con la società civile (o egemonia di un gruppo sociale sull'intera società nazionale esercitata attraverso le organizzazioni cosiddette private, come la Chiesa, i sindacati, le scuole, ecc.). E appunto nella società civile specialmente operano gli intellettuali (Benedetto Croce, per esempio, è una specie di papa laico ed è uno strumento efficacissimo di egemonìa anche se volta per volta possa trovarsi in contrasto con questo o quel governo, ecc.). Da questa concezione della funzione degli intellettuali, secondo me, viene illuminata la ragione o una delle ragioni della caduta dei Comuni medioevali, cioè del governo di una classe economica che non seppe crearsi la propria categoria di intellettuali e quindi esercitare un'egemonia oltre che una dittatura ; gli intellettuali italiani non avevano un carattere popolare-nazionale ma cosmopolita sul modello della Chiesa e a Leonardo era indifferente vendere al duca Valentino i disegni delle fortificazioni di Firenze. I Comuni furono dunque uno Stato sindacalista che non riuscì a superare questa fase e a diventare Stato integrale come indicava invano il Macchiavelli che attraverso l'organizzazione dell'esercito voleva organizzare l'egemonia della città sulla campagna, e perciò si può chiamare il primo giacobino italiano (il secondo è stato Carlo Cattaneo, ma con troppe chimere in testa). Così ne deriva che il Rinascimento deve essere considerato un movimento reazionario e repressivo... in confronto dello sviluppo dei Comuni, ecc. Ti faccio questi accenni per farti persuasa che ogni periodo della storia svoltosi in Italia, dall'Impero Romano al Risorgimento, deve essere guardato da questo punto di vista monografico. Del resto, se avrò voglia e me lo permetteranno le superiori autorità, farò un prospetto della materia che dovrà essere di non meno di cinquanta pagine e te lo invierò; perché, naturalmente, sarei lieto di avere dei libri che mi aiutassero nel lavoro e mi eccitassero a pensare. Così pure in una delle prossime lettere ti riassumerò la materia di un saggio sul canto decimo dell'Inferno dantesco perché trasmetta il prospetto al professor Cosmo il quale come specialista in danteria mi saprà dire se ho fatto una falsa scoperta o se veramente meriti la pena di compilarne un contributo, una briciola da aggiungere ai milioni e milioni di tali note che sono state già scritte.                 

Non credere che io non continui a studiare, o che mi avvilisca perché a un certo punto non posso condurre più avanti le mie ricerche. Non ho perduto ancora una certa capacità inventiva nel senso che ogni cosa importante che leggo mi eccita a pensare: come potrei costruire un articolo su questo argomento? Immagino un cappello e una coda piccanti e una serie di argomenti irresi­stibili, secondo me, come tanti pugni in un occhio; e così mi ; diverto da me stesso. Naturalmente non scrivo tali diavolerie: mi limito a scrivere di argomenti filologici e filosofici, di quelli per cui Heine scrisse: erano tanto noiosi che mi addormentai, ma la noia fu tanta, che mi costrinse a svegliarmi.              

Ti abbraccio teneramente.                                 

Antonio

 

Adattato da A. Gramsci

Unità 11

Alberto Moravia

 

LA CIOCIARA

(Stralcio dal capitolo VI)

 

Siccome, però, non si vedevano i tedeschi da nessuna parte, Michele propose di andare da certi suoi conoscenti che gli risultava che si erano rifugiati in una baracca, tra gli aranceti. Disse che era brava gente e, se non altro, avrebbero potuto suggerirci dove trovare i tedeschi che ci cambiassero le uova col pane. Così, dopo un poco, lasciammo la strada maestra e ci inoltrammo per un sentierucolo, tra i giardini. Michele ci disse che tutti quegli aranci appartenevano аlla persona da cui ci recavamo, un avvocato scapolo, il quale vìveva con la vecchia madre. Camminammo forse dieci minuti e alla fine sbucammo in una piccola radura, davanti una baracchetta da niente, con le pareti di mattoni e il tetto di bandone ondulate. La baracca aveva due finestre e una porta. Michele si avvicinò ad una delle finestre, guardò, disse che i padroni c'erano e picchiò due volte. Aspettammo un pezzo e alla fine la porta si aprì lentamente e come malvolentieri e l'avvocato apparve sulla soglia. Era un uomo sui cinquant' anni, corpacciuto, calvo, con la fronte pallida e lucida come l'avorio circondata di tanti capelli neri tutti arruffati, gli occhi acquosi e un po' a fior di pelle, il naso a becco, la bocca molle e ripiegata sul mento grasso. Indossava un paltò da città, di quelli che si indossano di notte di panno blu con il bavero di velluto nero, ma sotto questo cappotto così elegante ci aveva un paio di pantalonacci sfrangiati e scarpe da soldato, di vacchetta, chiodate. Vedendoci, lo notài subito, ci rimase male; però si riprese subito e gettò le braccia al collo a Michele, con una cordialità persino eccessiva. « Michelino... ma bravo, ma bravo... che buon vento ti porta ? ». Michele ci presentò e lui ci salutò a distanza, con impaccio e quasi con freddezza. Intanto, però restavamo sulla soglia e lui non ci invitava ad entrare. Michele allora disse : «Passavamo di qua e allora abbiamo pensato di farle una visita». L'avvocato rispose, come trasalendo : «Ma bravi... beh, stavamo appunto mettendoci a tavola... venite anche voi, mangerete con noi». Esitò e poi soggiunse : «Michele, ti avverto... siccome conosco i tuoi sentimenti che del resto sono anche i miei... Ho invitato il tenente tedesco che comanda la batteria antiarea qua accanto... dovevo farlo... eh, purtroppo di questi tempi...». Così, scusandosi e sospirando, ci introdusse nella baracca. Una tavola tonda era la sola cosa pulita e in ordine della stanza ; per il resto non si vedevano che cianfrusaglie, mucchi di stracci, cataste di libri, valigie e casse ammonticchiate» Alla tavola stavano già seduti la madre dell'avvocato, una signora anziana, piccola, vestita di nero, con la faccia grinzosa e apprensiva, come di scimmietta impaurita, e il tenente nazista, un biondino magro, piatto come un foglio di carta nella divisa attillata, con certe gambe lunghe in pantaloni da cavallerizzo e stivali, che lui stendeva sanfason qua e là sotto la tavola. Pareva un cane e ci aveva il viso di cane : tutto naso, gli occhi quasi gialli ravvicinati, senza ciglia né sopracciglia, con l'espressione pronta e ostile, la bocca grande e tirata indietro. Cortese e compito, si levò in piedi e ci salutò sbattendo i tacchi ; ma non strinse la mano a nessuno e si rise­dette di colpo, come per dire. « Non lo faccio per voi ma lo faccio perché sono una persona educata». L'avvocato, intanto, spiegava che il tenente era addetto alle batterie antiaeree, cosa che noi già sapevamo; e che quel pranzo era un pranzo di buon vicinato. « E speriamo — concluse l'avvocato — che presto la guerra finisca e il tenente possa invitarci a casa sua, in Germania ». Il tenente non diceva nulla, non sorrise neppure ; e io pensai che non sapesse la nostra lingua e non avesse capito. Ma poi, ad un tratto, disse in buon italiano : « Grazie, non bevo aperitivi» alla madre che con voce lamentosa gli offriva un vermut. E capii allora, non so perché, che lui non sorrideva perché, per qualche suo motivo, ce l'aveva con l'avvocato.

Intanto la madre dell'avvocato, spaurita, tremante, apprensiva andava e veniva dalla cucina portando i piatti con le due mani, manco fossero stati il Sacramento. Mise in tavola dell'affettato, salame e prosciutto, del pane a cassetta tedesco, proprio quello che noi stavamo cercando e poi una minestra di vero brodo, con i tagliolini e, alla fine, un grosso pollo lesso con un contorno di sottaceti. Mise anche in tavola una bottiglia divino rosso, di buona qualità. Si vedeva che l'avvocato e sua madre avevano fatto uno sforzo per quel giovanottello tedesco il quale, adesso, con la sua batteria, era loro vicino e perciò gli conveniva tenerselo buono. Ma il tenente ci aveva davvero un brutto carattere perché, per prima cosa, indicò il pane a cassetta e domandò : « Potrei chiederle, signor avvocato, come ha fatto lei a procurarsi questo pane?». L'avvocato, che sedeva tutto accappottato come se ci avesse avuto la febbre alta, rispose, con voce esitante e scherzosa : « Beh, un regalo, un soldato l'ha regalato a noi e noi abbiamo fatto un regalo a lui... si sa, in tempo di guerra...»; «Uno scambio — disse l'altro, spieiato — è proibito... e chi era questo soldato?» «Eh, eh, tenente, si dicé il peccato e non il peccatore... provi questo prosciutto, questo non è tedesco, è nostrano». Il tenente non disse nulla e incominciò a mangiare il prosciutto. Dopo l'avvocato, il tenente rivolse ad un tratto la sua attenzione verso Michele. Gli domandò, così a bruciapelo, quale fosse la sua professione; e Michele rispose senza esitare che era professore e insegnava. «Insegnante di che?». « Di letteratura italiana». II tenente, con meraviglia dell'avvocato, disse allora tranquilla­mente : « Conosco la vostra letteratura... ho persino tradotto in tedesco un romanzo italiano». «Quale?». II tenente disse il nome dell'autore e il titolo, ora non ricòrdo né l'uno né altro ; e potei vedere che Michele, il quale fin' allora non aveva mostrato alcun interesse per il tenente, adesso pareva incuriosito ; e che l'avvocato, vedendo che il tenente parlava a Michele quasi con una specie di considerazione, come da pari a pari, aveva cambiato anche lui di atteggiamento : pareva contento di aver Michele a tavola, arrivò persino a dire al tenente : « Eh, il nostro Festa è un letterato... un letterato di valore », battendogli una mano sulla spalla. Ma il tenente sembrava farsi un punto d'onore nel non occuparsi dell'avvocato, che pure era il padrone di casa e l'aveva invitato. E proseguì, rivolto a Michele : « Sono vissuto per due anni a Roma e ho studiato la vostra lingua... personalmente mi occupò di filosofia ». L'avvocato cercò di intrufolarsi nella conversazione dicendo, scherzoso : « Allora lei capirà perché noialtri italiani prendiamo tutto quello che ci è successo in questi ultimi tempi, con folosofta... eh, eh, già, appunto, con filosofia...» Ma ancora una volta il tenente neppure lo guardò. Adesso parlava fitto fitto con Michele, facendo una quantità di nomi di scrittori e di titoli di libri, si vedeva che conosceva bene la letteratura e mi accorgevo che Michele, quasi suo malgrado e come con avarizia, pian piano cedeva ad un sentimento se non proprio di stima, per lo meno di curiosità. Andarono avanti così per un poco e poi, non so come, si venne a parlare della guerra e di quello che può essere la guerra per un uomo di lettere o un filosofo ; e il tenente, dopo aver osservato che era un'esperienza importante, anzi necessaria, se ne venne fuori con questa frase: «Ma la sensazione più nuova e anche più estetica», ripeto questa parola «estetica»; sebbene sul momento non la capissi, perché tutta quella frase mi è rima-sta impressa nella memoria come con il fuoco, «l'ho provata durante la campagna dei Balcani e sa lei, signor professore, in che modo? Ripulendo una caverna piena di soldati nemici con il lanciafiamme». Questa frase l'aveva appena proferita che rimanemmo tutti e quattro, Rosetta, io, l'avvocato e sua madre, come di sasso. Dopo ho pensato che forse era una vanteria e ho sperato che non l'avesse mai fatto e non fosse vero : aveva bevuto qualche bicchiere di vino, il viso gli si era arrossato e gli occhi erano un po' lustri; ma lì per lì sentii il mio cuore sprofondare e mi gelai tutta. Guardai gli altri. Rosetta teneva gli occhi bassi ; la madre dell'avvocato, dal nervoso, rimetteva a posto, con mani tremanti, una piega della tovaglia ; l'avvocato aveva fatto come la tartaruga, si era ritirato con la testa dentro il cappotto. Soltanto Michele guardava al tenente con occhi spalancati ; quindi disse : « Interessante, non c'è che dire, interessante... e ancor più nuova ed estetica, suppongo, sarà la sensazione dell'aviatore che sgancia le sue bombe su un villaggio, e, dopo che è passato, dove c'erano le case non c'è più che una macchia di polvere ». II tenente, però, non era così scemo da non accorgersi che la frase di Michele era ironica. Disse, dopo un momento : « La guerra è un'esperienza insostituibile, senza la quale un uomo non può dirsi un uomo... e a proposito, signor professore, come mai lei si trova qui e non al fronte? » Michele domandò di rimando, con semplicità : «Quale fronte?»; e, strano a dirsi, il tenente questa volta non disse nulla, si limitò a lanciargli una brutta occhiata e poi ritornò al suo piatto.

Ma non era contento, si vedeva lontano un miglio che si rendeva conto di avere interno a sé persone se non proprio ostili, per lo meno non amiche. Così, tutto ad un tratto, lasciò stare Michele che forse non gli sembrava abbastanza Impaurito e attaccò di nuovo l'avvocato. « Caro signor avvocato, — disse di punto in bianco indicando la tavola — lei nuota nell'abbondanza, mentre, in generale, tutti qui intorno crepano di fame... e come ha fatto lei a procurarsi tanta buona roba?». L'avvocato e sua madre si scambiarono un'occhiata significativa, spaurita e apprensiva quella della madre, rassicurante quella dell'avvocato, quindi quest'ultimo disse: «Le assicuro che gli altri giorni non mangiamo davvero in questo modo... l'abbiamo fatto per fare onore a lei». Il tenente tacque un momento e quindi domandò : « Lei è pro­prietario, qui, in questa valle, non è vero?» «Sì, in certo modo, sì». «In certo modo ? Mi dicono che lei possiede metà della valle». «Oh, no» caro tenente, chi gliel'ha detto doveva essere un bugiardo o un invidioso o tutti e due... posseggo alcuni giardini... noi chiamiamo giardini questi bei boschetti di aranci». «Mi dicono che questi cosiddetti giardini rendono moltissimo... lei è un uomo ricco». «Beh, signor tenente, proprio ricco, no... vivo del mio». « E lei sa come vivono i suoi contadini, qui intorno?» L'avvocato che ormai aveva capito la piega che aveva preso il discorso, rispose con dignità: «Vivono bene... qui in questa valle sono tra quelli che vivono meglio ». Il tenente che in quel momento, stava tagliandosi un pezzo di pollo, disse senza sorridere, puntando il coltello in direzione dell'avvocato: «Se questi vivono bene, figuriamoci come vivono quelli che vivono male. Li ho visti i suoi contadini come vivono. Vivono come bestie, in case che sembrano stalle, mangiando come bestie e vestendosi di stracci. Nessun contadino, in Germania, vive così. Noi in Germania ci vergogneremmo di far vivere i nostri contadini in questo modo». L'avvocato, anche per far piacere alla madre che lo saettava di sguardi supplichevoli come per dire: «Non dargli spago, sta' zitto», si strinse nelle spalle e non disse nulla. Il tenente però insistette: «Che dice, caro avvocato, di tutto questo, che ha da rispondermi?» L'avvocato questa volta disse: «Sono.loro che vogliono vivere in questo modo, gliel'assicuro, tenente... lei non li  conosce». Ma il tenente, duro : «No, siete voi, i proprietari, che volete che i contadini vivano in questo modo. Tutto dipende da questo», e si toccò il capo, «dalla testa. Voi siete la testa dell' Italia ed è colpa vostra se i contadini vivono come bestie». L'avvocato adesso pareva proprio spaventato e mangiava con uno sforzo che si vedeva, facendo con la gola un movimento ad ogni boccone, come i polli quando ingozzano in fretta. La madre aveva un'espressione del tutto smarrita e la vidi, di nascosto, giungere le mani in grembo, sotto la tovaglia : pregava, si raccomandava a Dio. Il tenente proseguì : « Io conoscevo un tempo soltanto alcune città dell'Italia, le più belle, e in queste città non conoscevo che i monumenti. Ma adesso, grazie alla guerra, l'ho conosciuto a fondo il vostro paese, l'ho percorso tutto, in lungo e in largo. E sa lei, egregio avvocato, che cosa le dico ? Che voi avete delle differenze tra classe e classe che sono addirittura uno scandalo». L'avvocato rimase zitto ; però fece un movimento con le spalle come per dire: «E che posso farci, io?». Il tenente se ne accorse e saltò su : « No, caro signore, la cosa riguarda lei come tutti gli altri che serio come lei, avvocati, ingegneri, medici, professori, intellettuaiì. .Noialtri tedeschi, per esempio, siamo rimasti indignati per le differenze enormi che ci sono tra gli ufficiali e i soldati italiani: gli ufficiali sono coperti di galloni, vestono con stoffe speciali, mangiano cibi speciali, hanno in tutto e per tutto un trattamento speciale, privilegiato. I soldati sono vestiti di stracci, mangiano come bestie, sono trattati come bestie. Che ha da dire, caro signor avvocato, su tutto questo?» L'avvocato questa volta parlò : « Ho da dire che sarà anche vero. E che sono il primo a deplorarlo. Ma che posso farci io, da solo ? ». E l'altro tignoso : «No, caro signore, lei non deve dire questo. La cosa la riguarda direttamente e se lei e tutti coloro che sono come lei volessero veramente che questa situazione cambiasse, ebbene cambierebbe. Lo sa lei perché l'Italia ha perduto la guerra e adesso noialtri tedeschi dobbiamo sprecare dei soldati preziosi sul fronte italiano ? Proprio per questa differenza tra i soldati e gli ufficiali, tra il popolo e voialtri signori della classe dirigente. I soldati italiani non combattono perché pensano che questa guerra sia la vostra guerra, non la loro. E vi dimostrano la loro ostilità appunto non combattendo. Che ha da dire, egregio avvocato, su tutto questo?». L'avvocato, forse per la gran stizza, questa volta riuscì a superare la paura e disse : « È vero, questa guerra il popolo non l'ha voluta. Ma neppure io. Questa guerra c'è stata impósta dal governo fascista. E il governo fascista non è il mio governo, di questo lei può stare sicura «Ma l'altro, alzando un poco la voce : « No, caro signore, tròppo comodo. Questo governo è il suo governo». «Il mio governo? Lei vuole scherzare, tenente ». La madre intervenne a questo punto: «Francesco, per carità... per l'amor di Dio». Il tenente insistette: «Sì, il suo governo, ne vuole la prova?» «Ma quale prova?». «Io so tutto di lei, caro signore, so per esempio che lei è un antifascista, un liberale. Però, lei, in questa valle, non se la fa con i contadini o gli operai, lei se la fa con il segretario del fascio... ebbene, che ne dice?» L'avvocato si strinse una volta di più nelle spalle: «Intanto non sono antifascista né liberale, io non mi occupo di politica e bado ai fatti miei... E poi che c'entra, con il segretario del fascio io ci andavo a scuola, siamo persine un po' parenti per via di mia sorella che ha sposato un suo cugino... voialtri tedeschi certe cose non potete capirle... Non conoscete abbastanza bene l'Italia». «No, caro signore, questa è una prova bella e buona... voialtri fascisti e antifascisti siete tutti legati gli uni agli altri perché siete tutti quanti della stéssa classe... e questo governo è il govèrno di tutti quanti voialtri fascisti e antifascisti perché è il governo della vostra classe... eh, caro signore, i fatti parlano e il resto sono chiacchiere». Il sudore adesso imperlava la fronte all'avvocato, benché nella baracca ci facesse freddo ; la madre, non sapendo più che fare, si era alzata, tutta smarrita, dicendo con voce tremante : « Adesso vado a preparare un buon caffè » ed era scomparsa in cucina. Il tenente, intanto, diceva : « Io non sono come la maggior parte dei miei compatrioti che sono tanto stupidi con voialtri italiani... loro amano l'Italia perché ci sono tanti bei monumenti e perché i paesaggi dell'Italia sono i più belli del mondo... oppure trovano un italiano che parla tedesco e si commuovono sentendo parlare la loro lingua... oppure ancora gli viene offerto un buon pranzo come lei oggi 1' ha offerto a me e diventano amici sulla bottiglia. Io non sono come questi tedeschi stupidi e ingenui, lo vedo le cose come stanno e gliele dico in faccia, caro signore». Allora, non so perché, forse perché quel povero avvocato mi faceva compassione, dissi ad un tratto, quasi senza riflettere: «Lei lo sa perché l'avvocato le ha offerto questo pranzo?» «Perché?». «Perché voialtri tedeschi fate paura a tutti e tutti hanno paura di voi e allora lui ha cercato di rabbonirla come si fa appunto con una bestia feroce, dandole qualche cosa di buono da mangiare ». Strano a dirsi, lui fece un viso, un istante soltanto, quasi triste e amareggiato : a nessuno, neppure a un tedesco, fa piacere sentirsi dire che fa paura e che la gente è gentile con lui soltanto perché ha paura. L'avvocato, atterrito, cercò di riparare, intervenendo: «Tenente, non dia retta a questa donna... è una persona semplice, certe cose non le capisce». Ma il tenente gli fece cenno di star zitto e domandò: «E perché mai noi tedeschi facciamo paura ? Non siamo uomini come tutti gli altri?» Io, ormai lanciata, stavo per rispondergli: «No, un uomo che è un uomo, ossia un cristiano, non trova piacere a ripulire, come lei ha detto poco fa, una caverna piena di soldati vivi con il lanciafiam­me»; ma per fortuna, perché non so quello che poi avrebbe potuto succedere, non ne ebbi il tempo, perché tutto ad un tratto, dalla valle si levò un fracasso di spari sparsi e secchi, come dell'an­tiaerea, alternati, però, ai botti più cupi delle bombe che cas­cavano. Nello stesso tempo l'aria si riempiva di un rombò lontano che andava facendosi sempre più vicino e più distinto, il tenente subito scattò in piedi, esclamando: «Gli aeroplani... debbo correre alla mia batteria», e rovesciando seggiole e quanto si trovava sul suo passaggio, uscì dì corsa.

ESERCIZI DI VOCABOLARIO

 

1. Imparate le parole e i nessi di parole:

scapolo холостяк

zitella старая дева

cambiare le uova col pane обме­нять яйца на хлеб

recarsi направляться

aranceto апельсиновая роща

sbucare появиться, выйти куда-л.

mattoni кирпичи

tetto di bordone ondulato крыша из шифера

malvolentieri нехотя

picchiare alla porta зд. стучать в дверь

aspettare un pezzo долго ждать

apparire sulla soglia появиться на пороге

sulla cinquantina лет пятидеся­ти

gli occhi acquosi бесцветные глаза

capelli arruffati растрепанные волосы

il naso a becco нос крючком

bocca molle e ripiegata sul mento grasso влажные губы, вы­вернутые на жирный подбо­родок

indossare носить (быть одетым в...)

bavero воротник

velluto бархат

pantaloncini sfrangiati короткие обтрепанные штаны

rimaner male почувствовать себя не в своей тарелке, оказаться в неудобном положении, сму­титься

fare una visita зд. зайти, навес­тить кого-л.

mettersi a tavola садиться за стол

di questi tempo в такое время

tenente лейтенант

tavola tonda (rotonda) круглый стол

esitare медлить         

non si vedevano che cianfrusaglie, mucchi di stracci, cataste di libri виднелось только барах­ло, кучи тряпок, связки книг

batteria antiaerea батарея проти­вовоздушной обороны

faccia grinzosa e apprensiva сморщенное и печальное лицо

occhi quasi gialli ravvicinati поч­ти желтые, близко посаженные глаза

bocca grande tirata indietro боль­шой, растянутый рот

senza ciglia né sopracciglia без ресниц и без бровей

espressione ostile враждебное выражение

ad un tratto вдруг                        

avercela con qd обидеться на кого-л.

voce lamentosa жалобный голос

il pane a cassetta формовой хлеб

convenire быть выгодным

tenere buono qd задобрить кого-л.

procurarsi, procurare достать

febbre высокая температура 

spietato безжалостный   

si dice il peccato mai non il pecca­tore говорят о провинности, не называя виновника

a bruciapelo неожиданно, ни с того, ни с сего

uno scambio è proibito обмен запрещен

nostrano наш, отечественный

incuriosito любопытный

una specie di considerarione с некоторым уважением    

cambiar atteggiamento изменить свое отношение                   

trattare qd da pari a pari обра щаться с кем-л. как с равным

siamo pari мы квиты

letterato литератор, специалист в области литературы

untrufolarsi вмешиваться

parlar fitto, fitto говорить очень быстро

dar retta a qd слушать кого-л.

quasi suo malgrado почти не­хотя, помимо своей воли

avarizia жадность

quasi con avarizia почти сам того не желая, медленно склонять­ся к...

esperienza necessaria необходи­мый опыт

proferire произнести

tener gli occhi bassi опустить глаза

vanteria похвальба

rimanere come un sasso застыть, не мочь произнести ни слова

tartaruga черепаха

lanciare una brutta occhiata бро­сить злой взгляд

accorgersi заметить

per lo meno no крайней мере

dire di punto in bianco сказать ни с того, ни с сего

scambiarsi un' occhiata обменять­ся взглядами

amico sulla bottiglia собутыль­ник

il discorso prende una piega раз­говор принимает другой оборот

per  fare onore a qd из уважения к кому-л.

con dignità с достоинством

rendere moltissimo приносить большой доход

bugiardo лгун

invidioso завистник

figuriamoci представим себе

supplicare умолять

 ingozzare in fretta торопливо глотать

smarrito рассеянный

di nascosto тайком

raccomandarsi a Dio полагаться на Бога

egregio уважаемый

stizza злость

dare spago a qd дать зацепку (чтобы ухватиться и продол­жить разговор)

2 a) Con che verbi russi si traduce il verbo italiano portare nei nessi e nelle proposizioni seguenti :

portare una valigia; portare i fiori; portar via tutto; portare una lettera alla posta; portare un bimbo al policlinico; portare qd in macchina; dove porta questa strada? Portare gli occhiali; portare in discussione un argomento; portare fortuna; portar onore; portar rispetto; portare qd alle stelle; portare bene i propri anni; portare in palmo di mano; che buon vento ti porta?

b) Traducete in italiano, adoperando il v erbo portare:

1. Проводи меня на вокзал. 2. Принеси ей цветы. З. Не носи очки, они тебе не идут. 4. Довези меня до дому на машине. 5. Отнеси эти книги матери. 6. Надо поставить на обсуждение этот вопрос. 7. Какими судьбами? Давно у нас не бывали. 8. Эта дорога ведет в лес.

c) Inventate una storiella in cui possano spontaneamente entrare le locuzioni seguenti :

che buon vento ti (vi) porta?, portare qd alle stelle, portare in palmo di mano, portare bene i propri anni.

3. a ) Trascrivete gli aggettivi del testo.                

b) Accanto agli aggettivi seguenti mettete uno o più sostantivi :

corpacciuto, calvo, lucido, molle, qrasso, grinzoso, apprensivo, piatto, pronto, ostile, cortese, spaurito, lustro, smarrito, scemo, bugiardo, invidioso, sgarbato, villano.

с ) Rispondete alle domande :

1. Di chi si dice che è corpacciuto ?— 2. Come si dice di una persona che non ha capelli ? — 3. Che aggettivo caratterizza uno scherzo che manca di spirito ? — 4 Che cosa può essere lucido? lustro ? — 5. Perché una persona può avere un'aria smarrita? — 6. Con quali aggettivi si può parlare dei difetti di una persona? — 7. Com'è il viso di una persona anziana ? — 8. Tra gli aggettivi dell'esercizio «b» trovate un sinonimo e un contrario dell'ag-gettivo gentile.

4. a ) Fate il ritratto fisico di un uomo o di una donna, servendovi del vocabolario seguente :

anziano, corpacciuto, con la faccia grinzosa, apprensivo, biondino, occhi ravvicinati, naso a becco, bocca tirata indietro, tarchiato, cappelli arruffati ; occhi a fior di pelle.                       

b) Fate il ritratto fisico di un uomo e di una donna giovani e belli, adoperando i contrari delle parole dell'esercizio « a ».

5. a) Traducete in russo :

un uomo di lettere, un letterato di valore, un paltò da città, il bavero di velluto, le scarpe da soldato, le scarpe di vacchetta, i pantaloni da cavallerizzo, il viso di cane, un pranzo di buon vicinato, un pane a cassetta.

b) Fate cinque esempi in cui un nome venga determinato da un altro nome, preceduto dalla preposizione da :

p. es. : paltò da città.

c) Traducete in italiano, cercando di determinare i nomi con il modello : da + un nome ; di + un nome :

юноша в очках; пишущая машинка; девушка с голубыми глазами; солдатские сапоги; сумка, которую носят в городе; костюм для прогулок; суконное пальто.

6. a) Trascrivete gli idiomi del testo.

b) Parafrasate gli idiomi seguenti :

rimaner male ; avercela con qd ; farsi un punto d'onore; dire di punto in bianco ; non dare spago (corda) a qd ; farcela con qd ; badare ai fatti propri ; diventar amici sulla bottiglia ; conoscere qc in lungo e in largo.

c) Traducete dal russo in italiano, servendovi degli idiomi suddetti :

1. Они не были настоящими друзьями, а лишь собутыль­никами. 2. Эти слова так его поразили, что он точно окаме­нел. 3. Сделать этот перевод не хуже тебя было для меня делом чести. 4. Я знал эти места вдоль и поперек. 5. Ты бы лучше занимался своими делами. 6. Мы с ним мирно разго­варивали, и вдруг он ни с того, ни о чего начал кричать на меня и требовать каких-то денег. 7. Я не хочу с ним знаться. 8. Ему достаточно только дать зацепку, а уж потом его не остановишь.

d) Raccontate una storiella in cui possa spontaneamente entrare uno degli idiomi seguenti :

dar corda (spago) a qd ; farcela con qd ; vedere lontano un miglio ; farsi un punto d'onore di qd.

7. Traducete in italiano, adoperando i nessi di parole tra parentesi :

1. Адвокат всеми силами старался влезть в разговор (cercare di intrufolarsi). 2. Он долго молчал и вдруг вылез с этим предложением (venir fuori). 3 Я не мог понять, почему наш разговор принял такой оборот (prendere una piega). 4. Она остолбенела (rimaner di sasso), когда об этом узнала. 5. Занимайся своими делами (badare ai fatti propri), будь скромнее.

8. Quali sono i sinonimi del verbo piegare.

b) Invece del verbo piegare mettete un suo sinonimo o parafrase e traducete il nesso di parole in russo :

piegare il braccio ; piegare un foglio ; piegare un lenzuolo ; piegare la testa ; piegare una persona.

c) Traducete in italiano, servendovi del verbo piegare :

согнуть руку; загнуть страницу книги; сложить скатерть; склонить голову; горе сломило этого человека.

9. Scrivete le parole russe con le quali si traduce la paròla italiana piega nei nessi seguenti :

le pieghe di un vestito; la piega di una mano; la piega di un fiume; la messa in piega (dei capelli); la faccenda prende una brutta piega; il vestito non fa una piega.            

b) Traducete in italiano :                                                         

1. Мне нравится платье в складку. 2. Мы остановились у излучины реки. 3. Здесь делают модные прически. 4. Новое платье сидит на тебе как влитое. 5. Дело принимает серьез­ный оборот.                                                                

c) Inventate un breve aneddoto in cui possano  spontaneamente entrare i nessi di parole :

messa in piega; la faccenda prende una brutta piega; il paltò non fa una piega.

10. Traducete in italiano :                                         

1. Партизан нигде не было видно, но местные жители, узнав, кто мы такие, подсказали нам, где их можно было искать. 2. Мы немного подождали, наконец дверь открылась 

и хозяин показался на пороге. 3. Я сразу заметил, что он был не рад нашему приходу, чувствовал себя не в своей тарелке. 4. К сожалению, я должен был пригласить этого человека и, хотя я знаю твои взгляды и даже разделяю их, я прошу тебя быть с ним любезным. 5. Сразу было видно, что они постарались угостить нас получше, не потому, что мы им так нравились, а чтобы мы не подумали о них плохо. 6. У него действительно был дурной характер, и он старался все время поддеть присутствующих, точно что-то имел против них всех. 7. Девушка, наконец, обратила на него внимание и стала с ним разговаривать о литературе, которую он хорошо знал и любил. Она ему сказала, что перевела на русский язык несколько итальянских романов и спросила, не читал ли он их. 8. Он разговаривал с ней с большим интересом и уважением, хотя и не верил, что она действи­тельно знает литературу. 9. У него была приятная манера обращаться с собеседником как с равным, даже тогда, когда с ним, известным профессором, разговаривал студент. 10. Он, казалось, специально хотел подчеркнуть, что все, что я ни говорил, его не интересовало, и не отвечал на мои вопросы. 11. Мой друг тщетно пытался принять участие в нашем разговоре, но моя собеседница даже не смотрела на него. 12. Постепенно этот разговор стал занимать меня и я, сам того не замечая, нехотя уступил, проявляя интерес и любопытство к тому, о чем говорили мои собеседники.

13. Из разговора выяснилось, что мы были с ним раньше знакомы, и когда он напомнил мне, при каких обстоятель­ствах мы с ним встретились, я немедленно все вспомнил.

14. Он был не настолько глуп, чтобы не понять ироничес­кого тона, в котором я с ним разговаривала. 15. «Каким образом вы оказались здесь?» — спросил он меня. Я не стала отвечать, но посмотрела на него так, что он все понял. 16. Лейтенант был явно недоволен. За версту было видно, как ему неприятно это наше, если не враждебное, то уже, по крайней мере, недружественное отношение. 17. Тот, кто Вам это говорил, должно быть, или лжец или завистник, а может быть и то и другое. 18. Наконец, он понял, какой оборот принял их разговор и решил не ударить лицом в грязь. 19. Мне было бы стыдно, если бы я пришел к Вам в таком виде. Я удивляюсь, как Вам не стыдно прийти так ко мне. 20. Но Вы же их не знаете, почему же Вы считаете, что они это делают специально, чтобы Вас рассердить? 21. Ваши слова настолько расходятся с делом, что это просто скандал. 22. Разве Вас не касается это предупреждение? Оно так же касается Вас, как и всех, уходите отсюда. 23. Мы просто возмущены вашим поведением, я надеюсь, что это больше никогда не повторится. 24. Из-за вашей глупости мне приходится тратить время и силы на то, чтобы исправлять ваши ошибки. 25. Он рассердился и даже не сумел преодо­леть страх и ответить с достоинством на оскорбления, которые сыпались на него со всех сторон.

ESERCIZI DI GRAMMATICA

 

1. a ) Trascrivete dal testo le frasi contenenti il modo congiuntivo e del perìodi ipotetici e traducetele in russo.

b) Traducete in italiano :

1. Микеле сказал нам, что его знакомые — симпатичные люди и могли бы нам помочь найти солдат, которые готовы обменять хлеб на наши продукты.

2. Она сначала подумала, что немец не знает итальянского языка, и не понял слов адвоката.

3. Мать приносила из кухни все новые и новые блюда, неся их так осторожно, точно они были со святыми дарами.

4. Лейтенант спросил у Микеле, какая у него профессия. Микеле ответил, что он преподаватель литературы.

5.Хотя я в тот момент и не поняла слова «эстетический», которое употребил лейтенант, вся фраза врезалась мне в память.

6. Я так надеялась, что с его стороны это было просто хвас­товство и что все это неправда и что он ничего подобного не делал.

7. Нет, это вы, богачи, хотите, чтобы крестьяне так плохо жили.

8. Если бы Вы и все, подобные Вам, хотели, чтобы положе­ние изменилось, оно бы действительно изменилось.

9. Итальянские солдаты не хотят воевать, так как думают, что это не их война, а война богатых.                          

10. Пот струился по лбу адвоката, хотя в бараке было хо­лодно.

11 .Лейтенант, не слушайте эту женщину, она простой чело­век и некоторых вещей совсем не понимает.

12. Но к счастью, я не успела ему ничего ответить, потому что не знаю, что бы случилось, если бы я ему ответила.

2. Traducete in italiano :

Микеле, Розетта и Чезира пошли на поиски немецких солдат, чтобы обменять яйца на хлеб. Микеле предложил зайти к одному его знакомому адвокату, который жил в этих местах и которому принадлежали близлежащие земли. Адвокат вместе с матерью жил в простом бараке из кирпича. Они постучали. На пороге показался мужчина лет 50, полный, лысый, с высоким, бледным, точно из слоновой кости лбом, глазами водянистыми и немного выпуклыми, крючковатым носом и мягкими, отвисшими губами. Он был в домашнем халате с бархатным воротничком, какие носят в городе, и в грубых солдатских сапогах. Увидев пришедших, адвокат явно растерялся, но изобразил на лице сердечность и пригласил войти, предупредив, что у него обедает немецкий офицер, командующий батареей, расположенной непода­леку. Адвокат извинился перед Микеле и просил его понять, почему он, придерживающийся либеральных взглядов и будучи антифашистом, вынужден был пригласить к себе в дом этого немецкого офицера.

Когда они вошли, офицер встал и стукнул каблуками, но не подал никому руки, всем своим видом желая показать, что вошедшие были ему безразличны. Разговор за столом сначала был общим, но офицер вел себя так, как будто был за что-то сердит на адвоката, всячески старался задеть его и придирался ко всему. Выяснилось, что офицер хорошо знает итальянский язык и итальянскую литературу. Микеле, который был преподавателем литературы, невольно заин­тересовался разговором, принимая в нем активное участие. В ходе беседы речь зашла о войне, о том, как повлияла война на интеллигенцию, и офицер стал превозносить роль войны, заявив, что убивать врагов доставляет ему лично эстети­ческое удовольствие. Сидевшие за столом окаменели, и лишь Микеле заметил, что летчики германского рейха тоже, должно быть, испытывают эстетическое чувство, когда бом­бят мирные города и больницы. Офицер был не настолько глуп, чтобы не увидеть сарказма в словах Микеле, и немедленно среагировал, спросив, почему Микеле здесь, а не на фронте. Микеле только уничтожающе взглянул на офицера, спросив, о каком фронте может идти речь, когда фашист­ское правительство держится только благодаря немцам. Офицер, как ни странно растерялся, он, видимо, понял, что сидевшие за столом люди ненавидели его, как ненавидел фашистов весь итальянский народ. Он внове начал нападать на адвоката, заявив, что не любит итальянцев, даже тех, которые приглашают его на обед. Тогда не выдержала Чезира. Она сказала офицеру, что итальянцы только потому и приглашают немецких офицеров и кормят их, что боятся их и хотят задобрить едой, как собак. Офицера точно ударили. Он спросил, почему же немецких офицеров так боятся, и Чезира приготовилась ему ответить, что нельзя не относиться как к зверю к тому, кто испытывает удоволь­ствие, убивая людей, но в это время раздались выстрелы зенитных орудий, и офицер бросился к своей батарее.

TEMI ORALI E SCRITTI

1. Descrivete la baracca dell'avvocato.

2. Fate una descrizione dei personaggi principali del racconto : dell'avvocato, di sua madre, del tenente tedesco.

З.Соm'ега apparecchiata la tavola?             

4. Raccontate il contenuto della conversazione a tavola : alla terza persona; secondo Michele; secondo l'avvocato; secondo il tenente tedesco.

5. Fate un dialogo in base alla parte del brano che descrive gli avvenimenti prima del pranzo.

6. Problemi sociali e morali che sollevò il tenente tedesco.

7. Le idee del tenente tedesco sulla guerra e sulla società italiana.

8. Le idee dell'avvocato sulla guerra, sul fascismo, sulla società italiana.

9. Per bocca di Cesira l'autore reagisce alle idee espresse dal

tenente tedesco.

10. I rapporti tra tedeschi e italiani durante la guerra (in base al testo della presente lezione).

11. Caratterizzate Michele, le sue idee, il suo atteggiamento vers'o la guerra, verso il fascismo, verso il tenente tedesco.

12. Che impressione vi ha fatto il brano? Esprimete e fondate il vostro giudizio con delle citazioni del testo.


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