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POTUTO PUNTARE SULLA LUNA



 

Gli sportelli sono ermeticamente chiusi. Il lavoro di un motore elettrico è appena udibile... Nella stazione cosmica, come nel razzo dov'io mi trovò, ci dev'essere tanta pace; forse, come in quel giorno lontano, cantano i grilli alla steppa.

Per radio, la voce del progettista capo:

«Come vi sentite?»

«Ottimamente!»

Ma come io mi senta, essi lo sanno non meno bene di me! I medici studiano' attentamente le indicazioni degli speciali congegni, ascoltano i battiti del cuore, verificano la pressione del sangue. Io resto in ascolto di me stesso e ripeto meccanicamente:

«Ottimamente!»                  

«Come ti va, Gherman?»

Sento i miei amici. Essi celiano, ridono, si svagano insomma.

« Mettiamo un po' di musica? » chiede uno dì loro.

« Cosa ti piacerebbe sentire? »

« Mettete quel che vi pare».

Ascoltai: «Io ti amo, vita...».

Alt! La musica è stata interrotta. Anche le voci tacciono. Echeg­gia il primo ordine. Il medico torna a chiedermi come mi sento, ma più per non venir meno alle convenienze che per altro.. A giudi­care dalla sua voce si direbbe ch'egli sa che mi sento a mio agio.

Getto uno sguardo all'orologio. Il momento del lancio è vicino: ho i minuti contati. Guardo ancora una volta la cabina, per ogni dove: essa è ora la mia casa, la mia fortezza... Che cos'è che sento? Paura?

In tutta la mia vita cosciente, al tempo dei primi salti col paracadute, nei momenti, insomma, delle sensazioni per così dire «acute», non avevo mai provato il sentimento che era ora in me; perché avevo sempre saputo, più o meno, ciò che mi aspettava.

E tutto quanto avevo fatto sino allora era venuto da sé, era scaturito naturalmente da chiare e comuni idee del dovere, dal desiderio più che onesto di non essere l'ultimo. C'era sempre stata, alla base di tutto, un'esigenza, una forza d'abitudine, la necessità, infine, di posporre agli interessi della causa i miei propri interessi...

Visi e immagini passavano rapidissimi dinanzi al mio sguardo assorto... Gente di ogni sorta, che non aveva affatto legami esteriori vicendevoli. E pareva che aspettassero tutti, con me, lo scatto del contasecondi.

Guardo per l'ultima volta i comandi e le leve di direzione. Tutto è in ordine. Da un momento all'altro può risuonare l'ultimo ordine. Assumo una posizione più comoda sulla poltrona, in modo da rilassare i muscoli, e schiaccio la testa contro il cuscino. Un secondo soltanto...

— «Via!».

Il rumore dei motori cresce a dismisura, lo scafo vibra al massimo.

«II grillo sul campo ha smesso di cantare, credo...» mi balena in mente.

Un urto; poi, quasi d'improvviso, una quiete di morte.

Non riesco più a raccapezzarmi: dov' è la Terra e in che posizione mi trovo ? Dopo alcuni minuti vedo che gli oggetti si sono sollevati dai loro posti. È l'imponderabilità.                          

È tempo di agire.

Con la coda dell'occhio guardo verso il finestrino. Una tavolozza di tinte vivide, straordinarie e irriferibili. Non ho tempo per ammirare : la Terra vuole informazioni. Comincia il più pesante lavoro di cosmonauta.                                        

Sono convinto che mi sentano e capiscano bene sulla Terra. Al governo riferisco che il volo si sta compiendo con successo, che. tutti i congegni funzionano normalmente e che io sto bene.

Quasi nel medesimo tempo, la Terra invia a me un augurio caldo e sincero, a nome di tutti. Provo dentro di me una grande gioia, consapevole che tutto il mio paese, il mondo tutto, sa. e segue il mio volo.                                              

Di nuovo e con maggior forza ebbi coscienza della respon­sabilità che avevo, di fronte ai duecento milioni di miei con­nazionali, della precisa esecuzione del programma di volo.

(La rivista «Vie Nuove»)

 

TEMI ORALI E SCRITTI

 

1. Che cosa successe nel laboratorio di Placido quando ottenne

che la General Electrics gli mandasse il robot?

2. Perché Placido era tanto contento dopo aver comprato il robot? Che cosa dovette fare la concorrenza?

3. Perché i più grossi clienti di Placido protestavano?

4. Perché Placido decise di ricorrere alla General Electrics? Quale ne fu il risultato?                 

5. Come riuscì Placido a scoprire'chi era il colpevole di tutte le sue disgrazie?

6. Quale era la causa della disgrazia di Placido?

7. Riassumete il racconto a) a nome di Placido ; b) alla III persona; a nome vostro, commentandolo.                              

8. Che cosa diventa oggetto dell' ironia dell'autore?


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