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LA CIBERNETICA ALLARGA IL POTERE DELL'UOMO
La cibernetica è una scienza sotto certi aspetti nuova ed ai suoi inizi, e sotto altri aspetti secolare. Sin dai tempi più lontani l'uomo ha cercato di aiutarsi nelle sue fatiche, e di arricchirsi nelle sue possibilità di lavoro prima per mezzo degli animali e poi per mezzo di qualche meccanismo. Soltanto, egli ha trovato più urgente e più facile meccanizzare le sue attività manuali, sollevandosi così dalle fatiche più brutte, pesanti e ripetitive, e solo in tempi recenti egli si è decisamente rivolto a meccanizzare le sue attività cosiddette intellettuali, o mentali, o intelligenti. La macchinetta calcolatrice di Biagio Pascal, nel mezzo del 1600, era del tutto un' eccezione. Di qui la cibernetica, che si propone di ripeterà con una macchina, appunto, il lavoro della nostra" mente, ed è interdisciplinare, perché richiede da un lato che si studi che cosa fa l'uomo, con ricerche quindi di matematica, di ìinguistica, ecc., e dall'altro che si costruisca la macchina, con ricerche di ingegneria, di fisica, ecc. Le definizioni più ristrette di cibernetica pongono l'accento su qualche particolare operazione umana, per esempio quella di stare attenti ai risultati che si ottengono, al fine di modificarne le operazioni non appena questi non siano quelli desiderati (ciò che si designa come feed-back, o retroazione). Nell'assolvere il suo programma il cibernetico si può però orientare in due direzioni. Egli può essere interessato soltanto ad ottenere risultati che siano sotto un certo aspetto simili a certi risultati umani, ma non occupandosi in alcun modo della via seguita per ottenerli. Oppure egli può perseguire intenti modellistici, ove la macchina riproduca sia le operazioni che i risultati propri dell'uomo. La prima direzione presenta un maggior interesse economico pratico; la seconda un maggiore interesse teorico, perché in questo caso la macchina-modello obbliga ad uno studio di tipo squisitamente umanistico e al tempo stesso impone un controllo sulla descrizione effettuata dell'operare umano come forse sino ad oggi non era mai avvenuto. A proposito di queste due direzioni, della" possibilità o impossibilità di disgiungerle, i casi più significativi si sono avuti recentemente quando si è cercato di copiare dall'uomo alcune attività connesse con il linguaggio, quali la traduzione meccanica, il riassunto meccanico, l'osservazione e la descrizióne meccaniche. Ci si è accorti che la complessità dei risultati, la loro apparente infinità, escludeva che si potesse meccanizzare un procedimento per ottenerli senza avere prima una buona consapevolezza di come operi l'uomo per ottenerli. Per esempio, il tentativo di ottenere una traduzione meccanica semplicemente automatizzando un dizionario bilingue, anche arricchito di voci flesse, doveva mostrarsi ben presto del tutto insufficiente. Ma allora, quali operazioni compie l'uomo quando traduce un testo? Se nel tradurlo deve capirlo, in che cosa consiste questo suo capirlo? La preoccupazione che un giorno l'uomo possa diventare schiavo delle sue macchine «intelligenti», riposa su un pensiero in un certo senso contraddittorio. Affinchè questo potesse avvenire bisognerebbe infatti che l'uomo anzitutto rinunciasse a servirsi di queste macchine, che già con le loro prestazioni strumentali sono in grado di farlo sempre più potente, ed inoltre che l'uomo restasse, anche dopo essere riuscito a conoscere se stesso al punto da riprodursi in una macchina, esattamente quello che oggi è, mentre avrà acquistato un patrimonio di sapere che oggi ancora in gran parte ignora. Quanto al possibile imprigionamento dell'uomo, quando avrà al suo servizio tante capaci ed obbedienti macchine, certo questo è possibile. Ma a questo proposito io credo si possa essere ottimisti: in fondo non cerchiamo di sottfafci al lavoro ripetitivo, perché non ne siamo incuriositi, non ci interessa, ci annoia, e così ci fa sentire, appunto, macchine? Ma se la macchina farà per noi ciò che oggi sempre più ci impone la specializzazione professionale, cioè la monotona ripetizione, ci potremo dedicare a nuove attività, fra l'altro sviluppando nostre possibilità sociali ed anche estetiche per le quali oggi la più parte di noi è certo poco disponibile. Adattato dalla rivista "Vie nuove" 1 S. Ceccato, direttore del Centro di Cibernetica e di Attività Linguistiche dell'Università Statale do Milano.
Compito Riassumete l'articolo sulla cibernetica, mettendo in rilievo: 1. Quali sono i compiti che si propone la cibernetica? 2. Quali sono le due direzioni nelle quali si orienta il cibernetico? 3. Che cosa si può dire sulle possibilità di tradurre un testo straniero per mezzo di una macchina? 4. È possibile che l'uomo possa diventare un giorno servo delle sue macchine intelligenti? 5. Quali sono le prospettive che si aprono all'uomo grazie all'uso delle macchine cibernetiche? TESTO SUPPLEMENTARE |
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