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Un breve sguardo sulla storia bielorussa



Il destino della Bielorussia può essere considerato eroico e tragico. I nostri progenitori tante volte difesero la loro indipendenza e dignità con le armi e vinsero tante battaglie. Ma spesso persero la stessa dignità e indipendenza in seguito a vari intrighi politici, numerose unioni, divisioni e patti.

Da un certo punto di vista il nostro Paese è unico. Qui da sempre si sono incrociate sia le vie commerciali che quelle dei conquistatori, qui si sono incontrate anche le culture dell’Europa Orientale e di quella Occidentale, qui hanno convissuto sempre religioni diverse e hanno trovato una nuova patria molte nazioni esiliate.

Le prime tracce di presenza umana in Bielorussia risalgono all’inizio dell’Età della Pietra. Tra il VI e l’VIII secolo dopo Cristo giunsero nella regione gli Slavi di diverse tribù. Questo processo in seguito portò a una “slavizzazione” delle etnie baltiche locali. Tale sintesi slavo-baltica portò alla formazione dell’etnia bielorussa.

Furono costituiti i Principati di Polotsk (di cui si trova traccia nei documenti per la prima volta nell’862), di Turov, Minsk e altri che, verso la fine del X secolo, vennero inglobati nella Rus di Kiev. Quest’ultima fu il primo Stato degli Slavi orientali, attualmente distinti in Russi bianchi, in Grandi Russi e Ucraini.

Il cristianesimo fu portato in Bielorussia dai missionari di Bisanzio nello stesso tempo in cui la nuova dottrina si diffondeva in molti altri paesi europei, ma divenne la religione principale solo a cavallo tra l’XI e il XII secolo, a causa della forte opposizione del paganesimo diffuso in queste terre da alcuni secoli.

Perché il nostro Paese si chiama “Bielorussia” o “Russia Bianca”? Perché i bielorussi dovrebbero essere “più bianchi” dei russi comuni? Su questo nome esistono diverse teorie:

La Bielorussia accettò molto presto il cristianesimo;

Nei tempi antichi l’aggettivo “bely” (“bianco”, ma anche “puro”, “pulito”, “libero”) venne attribuito agli abitanti dell’unica grande regione della Rus di Kiev quasi completamente risparmiata dalle devastazioni dei tartari nel XIII secolo d.C.;

Il nome del Paese apparve in seguito ai segni esterni del vestiario e della pigmentazione dei suoi abitanti (carnagione molto chiara, un colore chiaro dei capelli e degli occhi).

“L’età d’oro” della Bielorussia è considerata l’epoca del Gran Ducato Lituano il quale cominciò a formarsi nel Duecento e si protrasse per un periodo di circa 130-140 anni. Questo Stato medievale univa i territori che attualmente appartengono alla Bielorussia, Russia, Ucraina, Lituania, ma per tre quarti la sua popolazione si componeva di bielorussi. Il Gran Ducato Lituano fu uno Stato unitario e democratico, in cui esisteva il Codice del Gran Ducato e il Tribunale che puniva non soltanto i contadini, ma anche i potenti. Tutta la documentazione ufficiale e legislativa fu tenuta in lingua bielorussa. Quindi il popolo bielorusso conservò la propria lingua, religione, cultura.

In questo periodo il Gran Ducato dovette difendere le proprie terre contro le invasioni dei Crociati, i quali, dopo le guerre mal riuscite in Palestina, volevano conquistare nuovi territori e si diressero in direzione delle terre dell’Europa dell’Est. Nel 1410 l’esercito unito del Gran Ducato Lituano vinse la battaglia decisiva di Grü nwald. Questa battaglia viene considerata una tra le più grandi dell’Europa medievale, vi parteciparono circa 80 mila persone. L’Ordine dei cavalieri teutonici fu completamente sconfitto.

Fu proprio in quell’epoca che il bielorusso Franzisk Scarina cominciò a stampare i primi libri nei Paesi slavo-orientali. Laureatosi in medicina all’Università di Padova, pubblicò successivamente a Praga, la prima Bibbia in bielorusso. Nello stesso tempo un altro bielorusso, che divenne poi famoso poeta in lingua latina e polacca, Mikalaj Gussouski, scrisse il suo poema in latino “La canzone del bisonte”. Partecipando ad una missione diplomatica del proprio Paese a Roma, ideò, su richiesta del Papa, la più grande opera della sua vita sotto l’impressione di un combattimento tra i bisonti, animali allora tipici delle foreste bielorusse.

La nuova fase nella storia bielorussa si aprì con la formazione di un altro Stato noto sotto il nome di Rzecz Pospolita (dal latino “res publica” – cosa comune) sorto nel 1569 dall’unione del Gran Ducato Lituano e della Polonia. Lo Stato della Rzecz Pospolita durò ben poco: i suoi territori furono devastati dalla lunga ed estenuante Guerra del Nord (1700-1721), nella quale si scontrarono gli interessi della Russia con quelli della Svezia. Alla fine del Settecento la Rzecz Pospolita fu divisa tra la Prussia, l’Austria e la Russia. La Bielorussia divenne una parte dell’Impero Russo.

Durante la guerra napoleonica del 1812 la Bielorussia servì da “ponte” tra l’Europa occidentale e la Russia, perciò in questo periodo fu campo di numerosi combattimenti tra le armate di Napoleone e l’esercito russo.

Per tutto l’Ottocento la Bielorussia, insieme ad una parte della Polonia, fece parte della Russia come “Governatorato Nord-Occidentale”, una delle tante provincie di quello sconfinato impero.

Sotto il governo russo venne proseguita una politica di russificazione. I governanti russi consideravano la Bielorussia come la “Russia occidentale” e cercarono di cancellare ogni traccia di spirito nazionale. Venne vietato l’uso della lingua bielorussa per qualsiasi tipo di pubblicazione. A causa dell’assenza di qualsiasi forma di partecipazione politica e della lunga dominazione prima polacca e poi russa, ci volle molto tempo prima che, in seno alla popolazione di lingua bielorussa, nascesse un sentimento di identità nazionale.

La prima guerra mondiale portò nel nostro Paese molte devastazioni, poiché nel suo territorio furono combattute numerose battaglie fra Russia e Germania. La Rivoluzione d’Ottobre a Pietrogrado nel 1917 fece nascere vari Stati indipendenti nel territorio dell’ex impero, tra cui ci fu anche la Repubblica Popolare Bielorussa, che ebbe comunque una vita piuttosto breve. Già nel 1919 fu proclamata la “Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia” la quale, dal 1922, entrò a far parte dell’Unione Sovietica. La parte occidentale del Paese, dopo il trattato di Riga nel 1921, andò alla Polonia. Solo nel 1939, quando scoppiò la seconda guerra mondiale e la Polonia fu invasa dalla Germania, l’Armata Rossa occupò queste terre, insieme a quelle dell’Ucraina occidentale. I territori occidentali del Paese furono quindi riuniti al resto della Bielorussia.

Il 22 giugno 1941 la Germania nazista attaccò improvvisamente l’Unione Sovietica, e anche in questo caso le terre della Bielorussia furono le prime a subire le sanguinose conseguenze dell’avanzata tedesca. Molte città bielorusse furono letteralmente rase al suolo già nei primi giorni di guerra. Minsk fu quasi completamente distrutta dal passaggio del fronte dei combattimenti.

Secondo il programma del Terzo Reich, la popolazione della Bielorussia doveva essere annientata quasi al 50%, un quarto dei bielorussi dovevano invece diventare veri e propri schiavi, “bestiame da lavoro”, ed il resto doveva essere germanizzato. Ma nonostante queste circostanze insopportabili e inumane, il popolo bielorusso combattè contro gli invasori sin dalle prime settimane di guerra (basti pensare all’eroica difesa della fortezza di Brest, al confine con la Polonia). La Bielorussia fu famosa per una forte guerriglia partigiana contro l’occupazione nazista, a cui parteciparono 1, 5 milione di abitanti e che portò a numerosi episodi di eroismo.

La Bielorussia pagò un tributo umano altissimo: durante la guerra, infatti, perse circa ¼ della sua popolazione. Nel 1944 l’Armata Rossa liberò il territorio bielorusso e da lì ad un anno la guerra si concluse con la conquista di Berlino.

Con la fine della seconda guerra mondiale e la nascita dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) la Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia, pur facendo parte integrante dell’URSS, ebbe un proprio seggio autonomo nell’ambito dell’Assemblea delle Nazioni Unite. L’ammissione della Bielorussia all’Organizzazione delle Nazioni Unite fu il riconoscimento da parte della Comunità mondiale del contributo dei bielorussi nella sconfitta della Germania di Hitler e delle sue enormi perdite nella lotta contro il nazismo.

Nei primi cinque anni del dopoguerra si riuscì a riparare gran parte dei danni causati dalla guerra. Minsk divenne un importante centro industriale per l’URSS.

Il 26 aprile 1986 alla centrale atomica di Chernobyl, al confine tra l’Ucraina e la Bielorussia, accadde un disastroso incidente, e circa un quinto del Paese fu contaminato dalle radiazioni. Pesanti sono ancora oggi le conseguenze economiche, sanitarie, sociali e umane. Centinaia di migliaia di persone dovettero abbandonare i posti dove avevano vissuto da sempre. Decine di migliaia di bambini malati soffrono adesso delle conseguenze di quel tragico giorno.

Nel 1990, nell’atmosfera generale della “perestroika” che si era diffusa in tutta l’Unione Sovietica, si formarono in Bielorussia i primi movimenti e partiti politici. Con lo scioglimento dell’URSS, le 15 repubbliche che la formavano divennero indipendenti. Il 27 luglio 1990 fu proclamata l’indipendenza della Bielorussia (Repubblica di Belarus), conservando esattamente il territorio ed i confini che aveva all’interno dell’Unione Sovietica.

Già nel 1992 la Repubblica di Belarus fu riconosciuta da più di 100 Paesi al mondo.

Nel 1994, dopo le prime elezioni presidenziali, il capo dello Stato divenne A.Lukascenko. La Repubblica di Belarus è una democrazia presidenziale il cui capo dello Stato, dotato di un forte potere esecutivo, viene scelto direttamente dal popolo tramite elezioni. Il presidente nomina un primo ministro, a cui competono molte questioni amministrative. Il Parlamento dello Stato è l’Assemblea Nazionale, costituita da due Camere.

In un primo momento la lingua ufficiale della nuova repubblica indipendente fu il bielorusso, ma con un referendum popolare approvato a grande maggioranza fu introdotto il bilinguismo, e oggi le lingue statali nel nostro Paese sono due con pari dignità: bielorusso e russo. Ma la stragrande maggioranza della popolazione nelle grandi città parla e scrive esclusivamente in russo.

La Belarus fa parte della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) ed ha formato con la Repubblica Federativa Russa l’Unione Russia-Belarus che dovrebbe portare ad una forte concentrazione della politica economica.

R.Toppino, M. Gatti. Enciclopedia Zanichelli, 2010

 

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