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Il dizionario degli adolescenti



Ma cosa fanno i ragazzini (quando escono di casa)?

Battendo strade, pub e discoteche, Panorama ha compiuto un autentico viaggio nel mondo dei teenager. Il risultato è un sorprendente dizionario dei segreti dei 3 milioni e mezzo di adolescenti nostrani. Quasi una guida per i genitori. Vediamone alcune lettere:

A come alcol. Birra a gogò. E’ l’ultima moda: girare per strada tenendo in mano il collo di una bottiglia. Ma anche tequila e vodka vanno forte. L’Osservatorio sui giovani e l’alcol rivela che fra i consumatori regolari i minorenni sono armai il 33 per cento. “Si arriva alle 4 del pomeriggio con la birra” dice Daniele, di Palermo. “Alle 6, la prima vomitata. Si va avanti fino a notte: bere e vomitare”. “Cosa vuoi” rincara Elio, non ancora diciottenne: “Qui a Treviso ci si disfa (ubriaca, ndr) per tradizione”. E i genitori? Non lo sanno. O chiudono gli occhi. “Vogliono solo che non guidi il motorino se ho bevuto troppo” spiega Massimo, 16 anni, seconda scientifico al Righi di Roma.

D come droga. Francesca, 17 anni, trevigiana, se la prende con il sindaco: “Ormai non si trova più della buona marijuana”. Incredibile, vero, non riuscite a trovare della buona merce proibita? Ma per loro farsi le canne è tanto normale da avere completamente dimenticato quel piccolo particolare: che la “roba” è illegale. Lo spinello è un consumo di massa. Dice Maria, 14 anni, palermitana: “Il 70 per cento dei ragazzi fuma”. “D’altra parte, si spinella anche mio padre” sghignazza Alessandra, 16 anni. L’erba, racconta un gruppo di studenti, si compra davanti alla scuola, si prepara sui banchi e si fuma in bagno. Poi c’è l’ecstasy. Ormai a Milano, per reggere le 6 ore di discoteca, la pasticca è d’obbligo. Insomma, droga in tutte le varianti. Da consumare e, perché no, da vendere. Così, i pusher diventano sempre più giovani. Prendete Mirko, 18 anni, che spaccia sui Navigli: “Sono stato bocciato quattro volte, ma adesso guadagno bene e i miei non rompono più. Il mio obbiettivo? Vendere la roba migliore, entrare nel giro giusto, fare un pacco di soldi”.

E come e-mail. “Su Internet navigo almeno 3 ore al giorno, chatto, compro cose, quelle che si possono pagare contrassegno, senza carta di credito. Ho preso un telefonino”. A parlare è Manfredi, 13 anni, quarta ginnasio a Palermo. Figurarsi come sono fanatici di hi-tech i ragazzi più grandi di lui. L’irrinunciabile passione è chattare. “Per conoscere nuovi amici” giurano Francesca e Angelica, romane. “Per rimorchiare” le corregge Giorgio. Non occorre essere fini psicologi per scoprire che dietro al computer spesso si nasconde la solitudine. Quando un sito milanese ha lanciato Virtual Boy, sondaggio fra le ragazzine per costruire il ragazzo ideale, tra le migliaia di e-mail c’era quella di Sara, 15 anni: “Caro Virtual boy, sei l’unico raggio di sole nella mia vita. Se dovessi scegliere fra te e la mia vita sceglierei te. Perché ho solo te”.

T. Marin. S. Magnelli. Progetto italiano 3. Corso di lingua e civiltà italiana, 2002

XIII. Indicate le affermazioni veramente esistenti nel testo.

1. A molti ragazzi piace girare per strada con una bottigia di birra in mano.

2. Alcuni minorenni cominciano a bere prendendo esempio dai genitori.

3. Per i genitori l’alcolismo non è il pericolo maggiore.

4. Non sempre i genitori stessi sono un buon esempio per i figli.

5. Molti ragazzi di drogano solo per poter ballare.

6. Gli spacciatori di droga non vivono molto a lungo.

7. Ormai quasi tutti i ragazzi hanno la carta di credito.

8. Tramite Internet molti ragazzini cercano di colmare lacune psicologiche.

XIV. Individuate nel testo frasi o parole che corrispondono a quelle date di seguito.

sono molto diffusi alla consegna

accusa, si arrabbia fare conoscenze sentimentali,

è necessario corteggiare

vende droga conforto, speranza

non danno fastidio

 

XV. Formate coppie di sinonimi con le seguenti parole.

illegale pillola resistere celare scordare nascondere dimenticare pasticca reggere ricerca illecito sondaggio

XVI. Date i sostantivi che derivano dai verbi usando.

le desinenze: -a, -o i suffissi: -enza, tore, -mento,

-zione, -ura

sorprendere bocciare

spacciare giurare

rinunciare proibire

lanciare costruire

rinunciare consumare

conoscere

XVII. Uno dei verbi che si usa troppo spesso è fare; sostituitelo opportunatamente.

girare costruire sostenere scattare prestare comporre commettere requentare

1. Hanno fatto una bellissima casa.

2. Bisogna fare la massima attenzione!

3. Hai deciso se farai l’esame o no?

4. Fa delle canzoni veramente belle.

5. A Roma ha fatto tantissime foto.

6. Non dovevi fare questo errore!

7. Da qualche anno non fa più film.

8. Faccio ancora il liceo.

 

XVIII. Leggete e traducete il testo.

Essere giovani in Italia

Di loro si parla sempre più spesso, alla televisione, nei giornali. Se ne occupano, sulla base di indagini e ricerche, psicologi, ricercatori sociali, scrittori. Si cerca di capire non solo i loro problemi, ma anche i loro desideri, le loro abitudini. Vediamo quali sono i dati messi a disposizione su questo argomento da uno studio recente condotto in collaborazione fra l’Istituto degli Innocenti di Firenze e alcuni organi del governo italiano. In circa cento pagine vengono esaminate luci e ombre della identita dei giovani italiani.

Il primo dato che salta agli occhi è che i giovani sono sempre meno in rapporto al resto della popolazione. Nel 1951 gli individui di età fino ai 18 anni erano circa 1/3 della popolazione totale, mentre oggi sono meno del 20%. La nostra società è sempre più “vecchia”, i giovani sono una minoranza, e questo può spiegare la loro diversità e il loro disagio nei confronti del resto della popolazione.

Questo disagio ha come conseguenza l’aumento di alcuni vizi e problemi nella popolazione giovanile. Nonostante le campagne antifumo che arrivano dal governo e da tutto il mondo, sono in aumento i giovani fumatori di sigarette e consumatori di droga, in particolare marijuana e hashish; invece, diminuisce il consumo di alcolici e superalcolici. Il dato più preoccupante, però, riguarda i suicidi, che sono la conseguenza di disagio, depressione e problemi di relazione. Oggi si registrano 23 casi di suicidio su un milione di individui, mentre cinque anni fa erano soltanto 11; e fra i tentativi di suicidio, ben il 41 per cento sono compiuti da minorenni. Essi vivono, dunque, la giovinezza in modo problematico: come diceva la poetessa Alda Merini, “portare la giovinezza è portare un peso tremendo”, e questi giovani forse non trovano nessuno che li aiuti in questo difficile compito.

Fortunatamente, per la maggioranza dei giovani le cose non stanno così. Per loro essere giovani è un fatto naturale, con le sue caratteristiche e particolarità. Vediamo, quindi, di cosa consiste la normale esistenza di un giovane italiano. La famiglia occupa il primo posto per importanza. Vivono a casa di mamma e papà il 98% dei giovani fino ai 19 anni, l’88% di quelli di età compresa tra i 20 e i 24 anni e il 59% di quelli fino ai 29 anni. Dopo la famiglia seguono l’amicizia, poi lo sport (praticato dal 24% dei maschi, dal 32% delle femmine), il computer, i videogiochi. Un posto basso nella classifica è occupato da giornali e libri: il 64% delle femmine e il 53% dei maschi non danno nemmeno un’occhiata ai titoli dei quotidiani. Invece, più della metà vede la televisione dalle 2 alle 4 ore al giorno e una percentuale del 30% per più di 4 ore.

Poco popolare è anche la politica. Il 50% dei ragazzi ha risposto non solo che non parla mai di politica, ma che solamente uno di loro su quattro ha partecipato a una manifestazione politica. Al contrario, si assiste a un certo revival del sentimento religioso, vissuto però piuttosto in maniera personale e privata: il numero dei giovani che va regolarmente in chiesa resta basso.

Naturalmente per i giovani è importante anche il rapporto con l’altro sesso. Essi sono tradizionalisti, nel senso che credono nel matrimonio, da celebrarae per lo più in chiesa, anche se in effetti si sposano tardi: l’età media del primo matrimonio è attorno ai 26 anni per le femmine e ai 29 per i maschi.

L’Italia è un Paese che penalizza i giovani (definiti qui come persone in età compresa tra 18-30 anni), e in questo modo riduce le proprie possibilità di sviluppo. I giovani europei, rispetto agli italiani, completano prima gli studi, escono prima da casa dei loro genitori, entrano più precocemente nel mercato del lavoro, formano famiglia in anticipo, iniziano prima a scalare le gerarchie professionali e hanno maggiore influenza nelle decisioni collettive.

Due dei principali problemi che i giovani incontrano in Italia sono:

– la difficoltà di trovare un lavoro che assicuri un reddito stabile e significativo;

– la mancanza di un sostegno adeguato economico da parte dello Stato in caso di figli piccoli, di disoccupazione o di povertà e l’esiguità, per gli attuali giovani, delle pensioni future.

Il risultato complessivo è una società dove una parte significativa dei giovani vive una condizione di impotenza, di scarsa autonomia e di limitata produttività.

In Italia un numero elevato di giovani vive a carico dei genitori e spesso con loro, e rimanda di anni e anni la formazione di coppie autonome e la procreazione rispetto ai propri omologhi europei.

C. Amato. Mondo italiano, 2001

 


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